Alcuni settori economici del tessuto sociale europeo stanno resistendo alla crisi, attraverso chiavi di lettura inedite fino a poco tempo fa. L’economia del Vecchio Continente infatti è legata in massima parte alla manifattura, alla cosiddetta produzione di industria pesante (automobilistica, tessile etc.), e meno a quella dei servizi, che contraddistingue di più l’approccio finanziario anglosassone e americano.
In un momento di grande difficoltà nel sostenere i costi per la realizzazione di nuovi prodotti, le aziende hanno cominciato a razionalizzare i propri bilanci, investendo di più su poche idee.
È qui che entra in gioco il web marketing, ovvero l’attività che deve valorizzare gli investimenti nelle idee che tengono in piedi il resto dell’economia reale. Creare mercato per un prodotto, creare conversazioni su un brand.
Il mondo dei servizi si declina quindi come assistenza nel successo del mondo della produzione, e non come sfera autosufficiente. Quello che noi cerchiamo costantemente di comunicare alle aziende è proprio questo, inserite i processi di marketing all’interno del vostro ciclo di vendita, perché Google, Facebook e tutte le piattaforme che conosciamo possano diventare vostri “partner” nel successo del business sul territorio.
L’errore che fanno molte aziende è invece quello di considerare i servizi online come mondi esterni all’offline, da cui dovrebbero trarre idee di crescita concreta.
Vendere web marketing non significa vendere SEO, SEM o Social, significa vendere soluzioni di business.
“Certi uomini vedono le cose che esistono e dicono, perché? Io immagino cose che non esistono e dico, perché no?”
Impariamo a ricordare che si può stupire semplicemente con la qualità, meno con la banalità.