Meta e SIAE: il dissidio che preoccupa la musica italiana
La recente controversia tra il social network Meta (ex Facebook) e la Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE) potrebbe dare un duro colpo a content creator, artisti e anche ai semplici fruitori dei social di Menlo Park. L’azienda di Mark Zuckerberg ha infatti annunciato di aver rimosso tutti i video contenenti musica italiana dalla propria piattaforma a causa di una disputa riguardante i diritti d’autore, ed il mancato raggiungimento di un’accordo economico per la libera condivisione dei brani protetti dalla SIAE per gli utenti.
Il nodo della questione: diritti d’autore vs. creatività degli utenti
La SIAE sostiene che Facebook e Instagram (proprietà di Meta) abbiano proposto un’accordo unilaterale, non valutando adeguatamente l’enorme valore del repertorio degli artisti e degli autori di cui tutela i diritti. Dall’altra parte, le società di Mark Zuckerberg sostengono che gli utenti dovrebbero essere liberi di condividere i propri contenuti, compresi quelli musicali, così come avviene in oltre 150 paesi del mondo, paesi in cui ha stretto hanno stretto accordi con società e agenzie di autori.
A fare le spese di questo bisticcio però saranno in primis gli utenti, che vedranno scomparire tutti i contenuti con musica protetta da tutela SIAE.
Mark Zuckerber (la maglietta è un fotomontaggio)
Le conseguenze: un impatto enorme sul mondo dei creativi
La musica italiana bannata fa male a tutti: dagli stessi musicisti, che vedono privarsi la possibilità di condividere il proprio lavoro a fini promozionali, ai professionisti del marketing, che vedranno migliaia di contenuti prodotti con duro lavoro, fatica e costi, svanire da un giorno all’altro in un oblio da cui difficilmente faranno ritorno.
I primi a subire un significativo danno saranno probabilmente i content creator che hanno fatto dei loro canali social una fonte di guadagno.
Secondo quanto comunicato da Meta, tutte le librerie audio contenenti musica italiana verranno rimosse dalla piattaforma. Ciò significa che gli utenti non potranno più integrare brani musicali presenti nel catalogo SIAE nei propri video, Reels o Stories.
La rimozione riguarderà anche i video già presenti sulla piattaforma che contengono musica italiana, i quali verranno oscurati o rimossi. Questa decisione avrà un impatto enorme su tutti coloro che utilizzano la musica come parte integrante dei loro contenuti, come ad esempio i creatori di contenuti, gli influencer e i produttori di video pubblicitari.
C’è margine di manovra?
Le posizioni delle due parti in gioco non lasciano sperare granché, anche se da parte di Meta sembra restare aperta una possibilità di dialogo, che però non piace molto alla società degli autori ed editori italiana.
Un portavoce di Meta, infatti, pur esprimendo rammarico per il mancato accordo, sembra lanciare frecciatine a SIAE imputando la società come la sola responsabile di quanto sta accadendo.
A conclusione però tende una mano a SIAE e apre alla possibilità di rinegoziare l’accordo:
“Purtroppo non siamo riusciti a rinnovare il nostro accordo di licenza con Siae. La tutela dei diritti d’autore di compositori e artisti è per noi una priorità assoluta e per questo motivo, a partire da oggi, avvieremo la procedura per rimuovere i brani del repertorio Siae all’interno della nostra libreria musicale. Crediamo che sia un valore per l’intera industria musicale permettere alle persone di condividere e connettersi sulle nostre piattaforme utilizzando la musica che amano. Abbiamo accordi di licenza in oltre 150 paesi nel mondo e continueremo a impegnarci per raggiungere un accordo con Siae che soddisfi tutte le parti”
Sembra quindi che le due società siano al lavoro per trovare un equo compromesso e riportare la situazione alla normalità.
Il dilemma tra diritto d’autore e libertà creativa
Il dissidio tra Meta e SIAE rappresenta un esempio emblematico del dilemma tra il diritto d’autore e la libertà creativa degli utenti sui social network. È indubbio che i diritti d’autore degli artisti debbano essere tutelati, ma al contempo occorre garantire agli utenti la possibilità di condividere e promuovere la propria creatività senza eccessive limitazioni.
C’è però una linea sottile, sempre più labile, tra la libera espressione e lo sfruttamento di contenuti altrui a scopo commerciale.
Forse è proprio questo il nodo da sciogliere in primis, per garantire tutela e libertà espressiva valutando i casi specifici e gli interessi in gioco.